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Alimentazione e Tumori: dietologo a Verona o nutrizionista clinico?

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Alimentazione e tumori: la nutrizione clinica insegna una alimentazione personalizzata per la prevenzione: scegli se andare dal dietologo o dal nutrizionista clinico. A Verona ampia possibilità di scelta

Alimentazione e tumori: andare dal dietologo o dal nutrizionista clinico?
Era il 1931, quando il ricercatore O.H. Warburg (D) ricevette il Premio Nobel per la scoperta della causa primaria del cancro: uno stile di vita nutrizionale anti-fisiologico – sosteneva lo scienziato – e l’inattività fisica creano un ambiente “acido nel corpo e l’acidosi cellulare provoca l’espulsione dell’ossigeno”. Perché mi occupo di Nutrizione e Tumori?  Sono una Biologa di estrazione clinica e ho lo studio a Verona dove esercito come nutrizionista clinico da anni e suppongo che ogni dietologo a Verona, come in tutto il mondo del resto, condivida con me questo postulato di base.
Ricordo che quando elaboravo la tesi di laurea (Istituto di Patologia Generale, Laboratorio di Oncologia Sperimentale con il prof. Giorgio Prodi – Bologna) preparando l’esame di Oncologia, mi colpì scoprire che, privando una cellula del 35% del suo ossigeno per 48h, è possibile che essa si converta in un precursore tumorale. Le cellule cancerogene possono sopravvivere solo con glucosio (zucchero) in un ambiente privo di ossigeno: l’acidosi dunque è la base del metabolismo dei tumori. Warburg lo aveva già scoperto decenni prima della mia tesi sperimentale, ma in pochi lo hanno ascoltato, a quanto pare.
Un’alimentazione di tipo alcalino dunque (che riduce l’acidità) insieme a uno stile di vita attivo, sono fondamentali: scopri insieme al professionista della Nutrizione Clinica  come impostare una alimentazione personalizzata che tenga conto degli alimenti acidificanti, i quali vanno bilanciati con una percentuale che non superi il 20-40% rispetto a quelli alcalini.
 
E’ vero che il succo di limone abbassa l’acidità del corpo?
Nei limoni ci sono principi antiossidanti (flavonoidi e limonoidi), capaci di contrastare i temuti radicali liberi che danneggiano la struttura delle membrane cellulari e del materiale genetico, il che apre la strada ai processi di formazione delle cellule cancerose.
Uno studio scientifico affidabile,  pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry, rivela che i flavonoidi riescono a limitare l’azione di alcune particolari molecole con un alto potenziale cancerogeno.
Secondo un’altra ricerca, apparsa sulla rivista Current Cancer Drug Targets, tali sostanze rallenterebbero il processo di duplicazione delle cellule tumorali. Oltre a questo, hanno anche il potere di limitare le infiammazioni croniche, che a loro volta sono spesso alla base della temibile alterazione dei tessuti.
Ecco cosa fa il limone a dispetto del suo sapore agro.
Ma quanto succo bisogna bere?
Una spremuta di un limone al giorno è sufficiente come prevenzione e non necessariamente a digiuno per tutti, come invece consigliano alcuni specialisti  o improvvisati tali.  Bisogna fare attenzione alla mucosa dello stomaco: infatti, soprattutto per chi soffre di gastrite e reflusso , non è molto raccomandabile il limone a digiuno e in certi casi è  anche meglio aspettare che passi la fase acuta per berlo comunque.
Un serio nutrizionista clinico  si avvale di principi generali, ma valuta caso per caso l’opportunità o meno di un certo intervento, non vi darà mai infatti delle regole assolute adattabili a tutti indifferentemente: sceglierà con molta attenzione ciò che fa per voi dopo una attenta anamnesi e studio del caso clinico.

 
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